Sinestesiche empatie a Palazzo Magnani
Secondo Wassily Kandinsky il colore era il tasto, l’occhio il martelletto, l’anima il pianoforte dalle mille corde e l’artista era la mano che, toccando questo o quel tasto, faceva vibrare l’anima. John Cage invitava a studiare Duchamp per scrivere musica e Marianne Werefkin riteneva che il pensiero artistico fosse rivelazione della vita in termini di colore, forma e musica, e avesse valore solo se personale: “Il mondo dell’artista è nei suoi occhi, e questi a loro volta gli creano un’anima. Educare questi occhi per ottenere un’anima sensibile è il dovere principale di un artista”.