
Un libro per amico_Dicembre
Pensiero dell’accademico statunitense Charles William Eliot era che i libri fossero gli amici più costanti e tranquilli, i consiglieri più saggi e gli insegnanti più pazienti. […]
Pensiero dell’accademico statunitense Charles William Eliot era che i libri fossero gli amici più costanti e tranquilli, i consiglieri più saggi e gli insegnanti più pazienti. […]
«Posso non essere andato…
dove intendevo andare…
ma penso di essere finito…
dove avevo bisogno di essere»
[…]
«Non mettetemi accanto a chi si lamenta
senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie,
a chi non sa accorgersi più di un tramonto.
Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo.
Sono altro. Sono altrove»
«Non so dove è finita la mia stella.
Ma so che se smetto di cercarla
per me finisce il cielo»
F. Nietzsche […]
“In nome del padre”:
inaugura il segno della croce.
In nome della madre
s’inaugura la vita […]
«(…) una forma di vita che ci è sconosciuta:
“vita strana”, come qualcuno la chiama, o “vita 2”. (…)
La vita 1 e la vita 2 potrebbero abitare regioni non sovrapposte
o essere confinate in ‘range’ differenti di un determinato spazio»
Paul Davies
«Piano intorno alla barca, piano
come stelle quando la terra è spenta e le parole degli uomini,
i pensieri brancolanti e i sogni cadono dimenticati.
Poso i remi negli scalmi,
li abbasso e li alzo. Ascolto.
Il mesto sciacquio di gocce nel mare
cementa il silenzio. Piano, verso un altro sole,
dirigo la barca nella nebbia: il fitto nulla della Vita.
E remo, remo» […]
«Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere» scrive Daniel Pennac in un suo saggio.
Potere letterario di immortalità.
La lettura è “un modo d’essere”. Un piacere scevro da imperativi.
Non un dovere, essa deve poter assurgere a diritto: “il diritto di concedersi la gioia di essere lettore”. […]
«L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita di felicità. È per questo che una felicità ‘autentica, adeguata e totale’ sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso»