13 Marzo 2021

Specchio riflesso

L’altro allo specchio
a cura di Marco Vincenzo Ambrosi

«Eppure lo sapevamo anche noi
L’odore delle stive
L’amaro del partire
Lo sapevamo anche noi

E una lingua da disimparare
E un’altra da imparare in fretta
Prima della bicicletta
Lo sapevamo anche noi

E la nebbia di fiato alla vetrine
E il tiepido del pane
E l’onta del rifiuto
Lo sapevamo anche noi
Questo guardare muto

E sapevamo la pazienza
Di chi non si può fermare
E la santa carità
Del santo regalare

Lo sapevamo anche noi
Il colore dell’offesa
E un abitare magro e magro
Che non diventa cas
a

E la nebbia di fiato alla vetrine
E il tiepido del pane
E l’onta del rifiuto
Lo sapevamo anche noi
Questo guardare muto
»

Gianmaria Testa

“Momo, sai che sarò sempre il tuo amico spilungone figlio di senegalesi, ma fammi volare. Che col culo per terra ci son stato fin da piccolo, è ora di portarlo in alto, più in alto possibile” …
… “Tornerò ancora in Cina un giorno, sì, ma solo da turista. Ora la mia vita è altrove” …
“…cinquecentosettantasei euro! Una cifra immensa, per lui. Sarebbe diventato un vero uomo” … “nessuno lo sentiva, nessuno lo capiva… gli schiaffi e i pugni si capivano in tutte le lingue…”
… “La casa è l’India, sa di tutto, quando entro l’Italia sfuma” …
“Ha la schiena curva mio padre, solleva troppi pesi al cantiere. Siamo usciti insieme seguendo i cartelli rossi con scritto ‘uscita’” …
“…io sono il Maresciallo Ordinario dei carabinieri Ravi Kuram e sono nato trentaquattro anni fa in India” …
… “E quelle belle giornate africane? Avrei mai sentito di nuovo il calore del sole della mia terra?” …
“Ogni giovane affronta le sue crisi. Tu non sei diversa dagli altri e quello che provi non ti rende speciale”. “Ogni persona è libera di giudicare del suo vivere e del suo morire e il salto nel mio caso diventa una metafora della libertà” …
…“Julio dice che nella filosofia zapatista non si pensa a stare bene, si pensa a stare meglio, perché è una crescita che può essere davvero infinita” …
“…perché possiamo sapere tutto ma non come è fatta la morte. Diventando prima stranieri per un po’, poi smettendo di essere stranieri e infine risorgere come l’Araba Fenice. Che, per inciso, della tradizione se ne sbatteva così tanto che se ne tornava pure dalla morte.
Ed era araba” …

Secondo la Legge dello specchio per riconoscere se stessi è necessario il confronto con gli altri. Ma chi sono gli altri? Sono Fatima, Samir, Anisha, Kwassi, Tamil, Li Chen, Kwadwo?
La risposta è sì. Ma gli altri sono anche Matilde, Francesco, Carmine, Eleonora, Mattia, Sofia.

È la semantica dell’Alterità. Un sentire bidirezionale alla base del vivere quotidiano e che in un processo di integrazione si fa più urgente.

Capire l’altro è capire se stessi, non capire chi sia l’altro significa perdersi, smarrire il valore di sé. Ed in una società umana ed empatica questa reciprocità comunicativa equivale ad arricchimento.
Bidirezionale.

Insegnante di italiano, di storia e di italiano L2 per studenti neo arrivati in Italia, all’Istituto Tecnico e Professionale L. Nobili di Reggio Emilia, nonché musicista, il professor Marco Vincenzo Ambrosi , grazie alla propria sensibilità, ha dato vita ad un progetto corale che coniuga integrazione, narrativa e scopo benefico.

L’altro allo specchio (Compagnia editoriale Aliberti) è un’antologia di racconti sull’identità ispirati alle storie di studenti e studentesse, tra i 14 e i 20 anni, di origine straniera, che hanno occupato i banchi dell’Istituto reggiano, e l’intero ricavato delle vendite sarà devoluto al finanziamento di corsi di italiano L2.

Lungi da facili retoriche, moralismi e pietismi, ma profondamente empatiche e, talvolta, anche ironiche, sono storie di dolore, di sogni, di speranze e di riscatto con protagonisti giovani che hanno dovuto abbandonare la propria terra per immergersi in una realtà “altra” e che nella delicata fase dell’adolescenza si sono trovati ad affrontare un percorso di integrazione in cui  è imprescindibile l’apprendimento della lingua.

Prefata da Dacia Maraini, la raccolta presenta brevi racconti dai differenti impianti narrativi dall’epistola alla sceneggiatura, dalla parabola a veri racconti di formazione.

Valerio Aiolli, Marco V. Ambrosi, Silvia Antenucci, Francesca Barbieri, Glenda Bertozzi, Roberto Bonfanti, Enzo Fileno Carabba, Danilo Chirico, Daniele Comberiati, Silvia Di Giacomo, Anna Maria Falchi, Nader Ghazvinizadeh, Massimo Ghiacci, Leonardo Gori, Francesca Manini, Luca Martini, Giacomo Mazzariol, Gianluca Morozzi, Francesco Palmisano, Eleonora Scolaro, Lo Stato Sociale, Marco Vichi, Peppe Voltarelli.
Alle penne di questi autori il professor Ambrosi ha affidato il compito di sviluppare, anche attingendo dalla fantasia, le parole di quei giovani per scrivere narrazioni altre, che parlano agli altri ed anche a se stessi.

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