18 Dicembre 2016

Oltre il Bianco Natale


“L’anno venturo non voglio che succeda come quest’anno”, si dice ogni volta.

“L’anno venturo prepareremo ogni cosa in tempo”.
Ma, ogni volta, il Natale ci coglie di sorpresa e noi dobbiamo rimediare a tutto in fretta e furia e alla bell’e meglio.
Ma, ogni volta, il Natale ci porta una nuova favola da raccontare a noi stessi per consolarci del Natale che ci è sfuggito ed è caduto nell’abisso del tempo assieme a un altro degli anni che Dio ci ha concesso.

[La favola di Natale]
Giovannino Guareschi

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Non è la consueta edulcorata raccolta di racconti natalizi con antropomorfici pupazzi di neve e dolci in quantità pantagrueliche. Contravvenendo all’archetipo del “Bianco”, Racconti di Natale (a cura di Fabiano Massimi e con l’introduzione di Nico Orengo per Einaudi ) indaga oltre lo spettro visibile percepibile all’occhio e al tradizionale sentire umano, declinando il colore del Natale in personali sfumature e sfaccettature.
Fil rouge dei vari racconti è la Natività, da sempre connotazione storicistica della vita laica e religiosa dell’uomo, reinterpretata, sfiorata, traslata, metaforizzata, dissacrata e contestualizzata in epoche e luoghi differenti. I suoi topos sono intercambiabili fungendo ora da scenografia, ora interpretando il ruolo da protagonisti e ora da comprimari.
Suddivise in sei sezioni (Inizi; Lo spirito del Natale; Gli spiriti del Natale; Bad Christmas; Sad Christmas; Lieto finale) le penne narranti questa polifonica antologia appartengono ai grandi nomi della letteratura italiana e straniera, di ieri, di oggi e di sempre. Registi di trame dai differenti registri.
Tutti meritevoli di menzione.
Il Vangelo secondo Luca, secondo Matteo, il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo dello Pseudo-Matteo, Jacopo da Varazze e Giovanni da Hildeshein (gli albori).
O. Henry (un dono d’amore).
Louise May Alcott (colazione di piccole donne).
Carlo Collodi (a lezione!).
Truman Capote (un Natale autobiografico).
Ray Bradbury (un Natale fantascientifico).
Dylan Thomas (un tradizionale Natale diverso).
Washington Irving (un inglese Natale rurale).
Gianni Rodari (Natale felino).
Paul Auster (un Natale metropolitano).
Giovannino Guareschi (cari estinti).
Dino Buzzati (bentornato mr. Scrooge!).
Ernst Theodor Amadeus Hoffmann (Natale sulle punte).
Anton Čechov (angeli e demoni).
Henry Troyat (alla ricerca del piccolo Principe).
Robert Louis Stevenson (il male …anche a Natale).
Friedrich Dürrenmatt (Natale metafisico).
Arthur C. Clarke (Natale stellare).
Williams Burroughs (Natale lisergico).
Giovanni Pascoli (altra natività).
Emilio De Marchi ( Rocco e i suoi figli).
John Collier (virate gialle a Natale).
Francis Scott Fitzgerald (gialle virate a Natale).
Arthur Conan Doyle (elementare Watson!).
Eduardo Galeano (io sono qui!).
Guido Gozzano (solo a Ceylon).
Marchesa Colombi (che bel Natale!).
Mario Rigoni Stern ( perdonare?!).
Fëdor Dostoevskij (Natale “forzato”).
Gabriele D’Annunzio (“Il tesoro dei poveri è l’illusione“).
Italo Calvino (regali distruttivi).
Guy de Maupassant (Il cenone? No grazie).
Vladimir Nabokov (lotta di classe).
David Sedaris (generosi i nasce).

 

“Era Natale. Attraversavo la vasta pianura. La neve era come vetro. Faceva freddo. L’aria era morta. Non un movimento, non un suono. L’orizzonte era circolare. Nero il cielo. Morte le stelle. Sepolta ieri la luna. Non sorto il sole. Gridai. Non mi udii. Gridai ancora. Vidi un corpo disteso sulla neve. Era Gesù Bambino. Bianche e rigide le membra. L’aureola un giallo disco gelato. Presi il bambino in mano. Gli mossi su e giù le braccia. Gli sollevai le palpebre. Non aveva occhi. Io avevo fame. Mangiai l’aureola. Sapeva di pane raffermo. Gli staccai la testa con un morso. Marzapane stantio. Proseguii”.

[Natale]
Friedrich Dürrenmatt

 

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