5 Gennaio 2017

Ognuno

Everyman
di Philip Roth

 

~ Ricordati che devi morire!!!
~ Come?
~ Ricordati…che devi morire!!!
~ Va bene…
~ Ricordati che devi morire!
~ Sì, sì …no..mo’ me lo segno proprio…c’ho una cosa… non vi preoccupate…

[da Non ci resta che piangere]

 

Everyman-Philip-Roth-451FQui dove stanno gli uomini, ascoltando gli alterni lamenti; dove un tremito scuote gli ultimi radi e tristi capelli grigi, dove la giovinezza impallidisce, si fa spettrale e muore. Dove il solo pensare è tutto un tormento…” Che esergo calzante quello di John Keats! Quasi l’epigrafe sulla lapide del protagonista di Everyman di Philip Roth. Le sue controfigure finzionali cedono qui il testimone al potenziale alter ego di ognuno.
“La vecchiaia non è una battaglia, la vecchiaia è un massacro.” Sarebbe sufficiente questa affermazione per descrivere l’Everyman rothiano. La copertina (bellissima, nerissima) ne è eloquente conferma.
Un breve romanzo, un racconto lungo, il primo del quartetto tutto eros e thanatos (più thanatos che eros) intitolato “Le nemesi: romanzi brevi” (insieme con Indignazione, Umiliazione e Nemesi), dal tono annientante e cupo. Una connotazione distintiva delle ultime opere di Roth, riverbero degli accadimenti personali. Solitudine, rinunce, malattie, morte, fosse, funerali, sono tutti raccontati con brutale e schietta lucidità dalla voce anodina che ripercorre a ritroso – il funerale è il prologo – le vicende, soprattutto mediche, del protagonista, un altrettanto anodino uomo. Un uomo comune – everyman, ognuno, tutti, per l’appunto –  il cui anonimato (il suo nome, a differenza degli altri personaggi, non viene mai esplicitato) meglio rimarca un ecumenico destino: colei “che tutti reclama”, con la sua normalità e la sua ineluttabilità.

“Ma la cosa più straziante è sempre la normalità, il constatare ancora una volta che la realtà della morte schiaccia ogni cosa. In pochi minuti tutti erano andati via – avevano voltato le spalle, stanchi e lacrimosi, all’attività meno gradita dalla specie – e lui rimase indietro. Naturalmente, come quando muore qualcuno, anche se molti erano addolorati, altri rimasero impassibili, o provarono un senso di sollievo, o, per ragioni buone o cattive, erano sinceramente contenti.”

Mai letto un bollettino medico, una cartella clinica letteraria tanto devastante, avvilente, catalizzante. Del resto, dell’autore americano si leggerebbe di tutto…nel caso anche la telephone directory dallo stesso trascritta.

Recensioni