21 Dicembre 2020

Musica… Maestri!

PlayList Winter
Scuola Holden – AA.VV.

«Quest’inverno fa spazio, bene o male.
Quest’inverno spegne i colori.
C’è solo grigio, ma viene il bianco,
e su quel bianco è bello immaginare»

«Questa è la fine. O l’inizio? Tutto dipende da come guardiamo le cose. (…)
A noi, smorzando i toni della tragedia, piace pensare l’inverno come il D’Artagnan delle stagioni – i moschettieri sono tre e lui è l’intruso, il quarto arrivato, la fine del trio e l’esordio del quartetto. Della band. (…) Così, ora che l’inverno sta arrivando ed è arrivato, a noi piace pensarlo come l’alfa e l’omega insieme. Questo è il quarto volume di PlayList, l’ultimo, ma solo in ordine di pubblicazione. Perché i quattro moschettieri, per noi, sono una ruota che continua a girare. (…) Mettetevi comodi, dunque. Sai che sound quest’inverno, che acustica al calduccio di casa o addirittura su una panchina al gelo, ma con i guanti…
Avanti, Maestri, sotto con la musica! Che anche questa playlist vada a cominciare, ricominciando uguale e diversa ogni volta che finisce.»

Così termina la prolusione che preme il tasto play della stagione detentrice del primato di un ossimoro termico essendo capace di creare dalle più rigide temperature le più calde atmosfere.
Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera è un titolo di cinematografica memoria del regista coreano, recentemente scomparso, Kim Ki Duk, che rimanda all’impassibile ciclicità del tempo. Delle stagioni.
Come arrivano così se ne vanno. Con naturale incuranza delle contingenze umane, si passano lo spartito di una melodia proteiforme e polifona, carica di colori, profumi, dimensioni.
Madeleine proustiane.
Evocano suggestioni. Richiamano ricordi. Ricordano ricorrenze. Perpetuano routine. Accompagnano passaggi, abbandoni, rinascite, speranze, progetti…
Con la propria sfacciata bellezza, ognuna di esse assiste al fluire degli eventi.
Numerose in letteratura sono le pagine che, anche indirettamente, le celebrano.
E così anche la stagione fredda, il quarto Moschettiere del progetto antologico, nato dal sodalizio della Scuola Holden con Feltrinelli Editore, esprime la propria essenza letteraria.
Dopo Spring, Summer, Autumn, spetta, infatti, a PlayList Winter strutturare, con le sue note e le sue voci, un coro intonato di dodici Maestri, autori di racconti scelti e commentati da altrettanti Maestri dell’Istituto di Torino fondato nel 1994 da Alessandro Baricco.
Un progetto editoriale che pare nato anche per approcciare, con spirito analitico e critico, i più giovani alla lettura e alla scrittura.
Il metronomo scandisce, allora, le narrazioni di: Nickolas Butler (Acqua piovana), Virginia Woolf (La macchia sul muro), Ottessa Moshfegh (Danzando al chiaro di luna), Agota Kristof (La campagna), Francis Scott Fitzgerald (Sogni d’inverno), Salwa Al-Neimi (Tra quattro mura), Aimee Bender (Lezioni di origine), Roberto Bolaño (Chiamate telefoniche), Nadine Gordimer (Perché non hai scritto?), Antonio Tabucchi (Dolores Ibarruri versa lacrime amare), Raymond Carver (Piccole cose), Romain Gary (Gli abitanti della Terra). Il tutto racchiuso in una playlist dalla veste cartacea emula dell’iconica musicassetta e che, grazie all’autoreverse, riproduce i brani, racconta le storie, vive, affinché vengano ascoltate e lascino traccia. Perché «più tracce lasciano più la bellezza e l’intelligenza dilagano».

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