21 Aprile 2020

Conoscere il passato. Capire il presente. Costruire il futuro.



Sei lezioni di Storia
e altre incursioni nel mondo classico

di Valerio Massimo Manfredi




«La Storia comprende tutto, è tutto.
E le sue componenti sono infinite: incluse quelle determinate dalla nostra

volontà, che sono, però, niente più che una piccola parte»





«Io penso che, in chi indaga il passato, ci sia una sorta di nostalgia: il desiderio di trovare una patria perduta o una terra che sente patria e che ha perduto, per cui ne ricerca le vestigia ovunque. Quello che contraddistingue i grandi popoli, come il nostro, per esempio, è proprio una patria infinita.
Abitiamo questa terra da trenta secoli, almeno per quanto ne sappiamo: ci è stata tolta, è stata distrutta, spezzata, umiliata, travolta, saccheggiata.
Ebbene, finché questa nostalgia esiste dentro di noi, esistiamo noi come popolo. Ed esiste, anche se distorta, diversa, ma sempre la stessa, quella che chiamiamo ‘patria’».

Conoscere la storia per comprendere il presente e, dunque, per difendere e costruire il futuro è sempre stato un assunto acclarato. Forse mai come in questo momento.
La parola, scritta e parlata, che dà voce a quella nostalgia declinata in curiosità, in fame di sapere, di conoscere, di scoprire, è fondamentale venga costantemente praticata anche per scongiurare che talvolta “il passato possa fare ritorno”.
Le parole di Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore, sono sempre state animate da quell’appetito, sempre fedeli a quel principio ispirato allo scibile. Parole desiderose di vivere straordinarie avventure come fossero reali. Parole abilmente espressive di una profonda cultura storica capace di fascinazione divulgativa.
Con Sei lezioni di Storia ~ e altre incursioni nel mondo antico (Aliberti Compagnia Editoriale), l’autore delle trilogie Alexandros e Il Mio nome è Nessuno fa dono di inediti approfondimenti, ricostruzioni e ritratti di eventi e di personaggi disegnando quadri sospesi tra la Storia e la Mitologia. Dalla nascita del mito di Alessandro Magno, il cui mentore fu Aristotele, ai veri protagonisti delle Idi di Marzo, il giorno fatale per Giulio Cesare, che – mutatis mutandi – viene anche contestualizzato nel XXI secolo; dalle tecnologie e dalle scienze nell’antichità alla nascita dell’Impero Romano, inteso quale modello Istituzionale Monarchico, nell’aprile del 43 a.C. a Castelfranco Emilia quando si svilupparono circostanze riconducibili ai suoi albori; dalla storia dell’Ordine dei Templari, l’epica milizia di Cristo, ai Fenici, seguendo le rotte dei Signori del mare, dei re del commercio, dei fondatori di città.
A questi sei racconti, oggetto di altrettante conferenze tenute da Manfredi negli ultimi anni, si affianca un omaggio, non soltanto agiografico, a Ulisse, figura a lui assai cara.
Odysseo è il primo e ultimo viandante moderno, è un esploratore, un amante, è un padre e uno sposo, è un avventuriero e uno sciamano. È un personaggio immortale nel quale l’umanità intera continua a specchiarsi:

«Non c’è pagina, non c’è verso in quel poema che non ricordi qualcosa di noi. La meschinità, l’eroismo, l’amore, l’affetto, il desiderio e i sentimenti più delicati: il vecchio padre, la madre che non c’è più, il figlio che non ha mai visto crescere».

L’eternità di Ulisse sopravvive grazie alla penna del Poeta che l’ha creato in quanto appartenente ad una specie di essere superiore, quasi profetico, la cui potente narrazione permette l’espansione della propria esistenza ad esistenze parallele e alternative.
L’attualità e l’eternità dei grandi personaggi della Storia e della Mitologia emergono, quindi, chiare dalle righe di Valerio Massimo Manfredi e le sue incursioni nel mondo antico, che hanno i tratti delle illustrazioni di Diana Manfredi, impartiscono lezioni di coraggio, di disciplina, di risolutezza e di tenacia.
Come più che mai attuale e significativo è l’accorato appello rivolto ai giovani, posto a chiosa ideale delle Sei lezioni di Storia e contenuto nel discorso tenuto all’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2013. Un messaggio eterno, anch’esso, sull’importanza della conoscenza, un monito sull’importanza del recupero di un senso di unità: perché “un regno diviso in se stesso è destinato a crollare”.

«Sarete probabilmente voi ragazzi a rifondare il nostro Paese, a dimenticare gli odi, a seppellirli, non per ignorarli ma dopo averli studiati, dopo averli rielaborati, dopo averli disinnescati; e imparare a parlarvi, imparare a capirvi. Sarete voi a rifondare il nostro Paese, e voi, ragazzi di Erasmus, a rifondare e forse realizzare un altro grande sogno, il più audace esperimento di tutta la storia della politica mondiale: l’unione dell’Europa.
Con tutto il cuore ragazzi, buona fortuna».

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