Affidati ai ricordi, sensazioni, eventi,
frammenti o pezzi di vita possono, talvolta, apparire ingannevoli.
Ma i ricordi debbono mediare con il tempo, con la memoria,
con personali emozioni, fili spezzati, tracce disperse.
~ III ~
L’altra sera ho visitato il Louvre.
Virtualmente.
Me lo ha permesso un bellissimo programma televisivo che per quasi due ore ha illustrato le splendide opere d’arte contenute in quel museo del quale ha raccontato anche la storia, le varie mutazioni che nei secoli lo hanno portato all’attuale, magnifica veste. Il programma, ben costruito, prevedeva anche servizi esterni nei luoghi che avessero attinenza con le varie opere. Le telecamere hanno mostrato tra i diversi paesi la Mesopotamia, oggi Iraq, sede delle più antiche civiltà del Medio Oriente, culla di una antica cultura che tanta influenza ebbe anche sull’Occidente.
Questo suo aspetto è stato a lungo approfondito. Tra le molte immagini, una già vista, violenta, figlia di una non lontana e controversa guerra: un museo ricco di tesori d’arte, unici al mondo, in gran parte distrutti. In mezzo a quei tesori uomini armati, quali elefanti tra oggetti di cristallo. Devastando.
Nessun apparente turbamento, nessuna apparente consapevolezza.
Su una balconata di quel luogo violato una donna assisteva impotente allo scempio.
E con le braccia rivolte verso il cielo disperatamente piangeva.
I. S.