15 Febbraio 2014

In mostra l’Età d’Oro della pittura olandese

A Palazzo Fava di Bologna La ragazza con l’orecchino di perla

 

Jan Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, 1665 circa, olio su tela, cm 44,5 x 39

Jan Vermeer, La ragazza con l’orecchino di perla, 1665 circa, olio su tela, cm 44,5 x 39

Dopo le cinque prestigiose sedi museali, due in Giappone (Tokyo e Kobe) e tre negli Stati Uniti (San Francisco, Atlanta e New York), Bologna ha l’onore di ospitare La ragazza con l’orecchino di perla, l’opera iconica di Johannes Vermeer e punta di diamante della mostra “La ragazza con l’orecchino di perla. Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis” che ha inaugurato l’8 febbraio a Palazzo Fava e qui sino al 25 maggio.
La chiusura per lavori di restauro e ampliamento della gemma dei musei olandesi, il Mauritshuis all’Aia, una delle gallerie più raffinate non solo europee, è stata eccezionale occasione per questo tour artistico mondiale di cui l’unica tappa europea prevista permette di ammirare il volto e incrociare lo sguardo di colei la cui estetizzante bellezza è da secoli avvolta da un’aura di mistero, ammaliando intere folle mobilitate in veri pellegrinaggi per incontrarla. Forse un’occasione irripetibile per ammirarla in Europa al di fuori della sua storica sede alla quale farà ritorno il giugno prossimo alla riapertura del Museo.
Curata da Marco Goldin e, tra gli altri, da Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum, e realizzata da Linea d’ombra in collaborazione con il museo dell’Aia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e Genus Bononiae, la mostra a Palazzo Fava all’adamantino esempio di virtuosismo vermeeriano affianca una quarantina di capolavori che ripercorrono la Golden Age, l’Età d’Oro della pittura olandese del XVII secolo.

Oltre a Vermeer, presente con un secondo dipinto (Diana e le sue ninfe), anche Rembrandt (quattro le sue opere esposte), Hals, Ter Borch, Claesz, Van Goyen, Van Honthorst, De Hooch, Hobbema, Van Ruisdael, Steen, tutti provenienti dal Mauritshuis. La mostra, preceduta da una settimana di aperture esclusive, dal 31 gennaio al 6 febbraio, che in venti minuti ha visto esaurirsi i posti disponibili per la visita guidata con il curatore e che nella giornata inaugurale ha osservato uno straordinario orario rimanendo aperta sino alle due del mattino, ha già registrato presenze record principalmente catalizzate dal capolavoro di Vermeer. Oltre 120.000, alla data della vernice, erano le prenotazioni per visitare l’esposizione mentre si attendono sino a 300.000 visitatori.

Unanimemente annoverato tra le tre opere più famose, amate e riprodotte al mondo dopo la Gioconda di Leonardo da Vinci e l’Urlo di Edvard Munch, La Ragazza con l’orecchino di perla ha da sempre rapito l’attenzione e la curiosità anche di quanti hanno tentato di attribuirle un’identità, tuttora ignota, nonostante gli impegni letterari e cinematografici, oltre che degli storici dell’arte, di conferirle un nome. Un destino scritto, forse, nel genere pittorico utilizzato dall’artista di Delft, il“tronie” (viso in fiammingo), forma artistica olandese priva di intenzioni ritrattistiche e basata sulla fisiognomica non riproducendo le sembianze di una specifica persona bensì modelli anonimi, persone immaginarie e rappresentando studi di tipi e di espressioni facciali.

 

La ragazza con l’orecchino di perla.
Il mito della Golden Age. Da Vermeer a Rembrandt. Capolavori dal Mauritshuis
Bologna

Palazzo Fava
8 febbraio – 25 maggio 2014

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