Edgar Allan Poe
Boston, 19 gennaio 1809 ~ Baltimora, 7 ottobre 1849
“Per tutta una fosca giornata, oscura e sorda, d’autunno, col cielo greve e basso di nuvole, avevo cavalcato da solo traverso a una campagna singolarmente lugubre fino a che mi trovai, mentre già cadeva l’ombra della sera, in vista della malinconica casa degli Usher. Non so come, ma appena l’ebbi guardata una sensazione di insopportabile tristezza mi prese l’anima. Insopportabile, dico, già che non le si univa il sentimento poetico e perciò quasi piacevole che accompagna in genere le immagini naturali anche quando siano le più cupe della desolazione e del terrore. Guardavo la scena che mi stava davanti: e lo spettacolo della casa e del paesaggio all’intorno, le fredde mura, le finestre come vuote orbite, i radi filari di giunchi e alcuni bianchi tronchi rinsecchiti, mi davano un avvilimento così estremo che potrei paragonarlo soltanto allo stato del mangiatore d’oppio durante l’amaro ritorno alla realtà quotidiana, l’orribile momento in cui il velo dilegua. Era un gelo nel cuore; e una oppressione, un malessere, e nella mente un invincibile orrore, che la rendeva inerte ad ogni stimolo della fantasia.” La caduta della casa degli Usher ~ Racconti del terrore.
Nel giorno della sua nascita, un omaggio ad Edgar Allan Poe, il maestro del brivido letterario.
Come da brivido è il medesimo brano letto dal professor Henry Barthes, un allampanato e tormentato, ma sempre carismatico, Adrien Brody in Detachment, pellicola del 2011 diretta da Tony Kaye [da vedere rigorosamente in lingua originale: Detachment Henry reading.Poe].