“Mio padre diceva che la ragione per cui si vive è per prepararsi a restare morti. Finalmente avevo capito quello che intendeva dire, e che neppure lui poteva sapere quello che intendeva dire perché uno, dopo, che ne sa di come mettere in ordine la propria casa. E così misi in ordine la mia casa. Con Jewel – giacqui lì con la lampada accanto, tenendo su la testa, guardandolo arrestare il flusso e suturare prima ancora che lui respirasse – il sangue selvaggio finì di bollire e cessò di risuonare. Poi ci fu solo il latte, caldo e tranquillo, e io che giacevo lì nel silenzio lento, preparandomi a mettere in ordine la casa. Detti a Anse Dewey Dell per annullare Jewel. Poi gli detti Vardaman per rimpiazzare il figlio di cui l’avevo defraudato. E adesso lui ha tre figli che sono suoi e non miei. E allora potrei prepararmi a morire.” Così Addie Bundren, moglie di Anse e madre di Cash, Darl, Jewel, Dewey Dell e di Vardaman, in Mentre morivo (As I Lay Dying).
Un viaggio allegorico e simbolico su di un carro fatiscente e tutta la potenza esplosiva del flusso di coscienza, dello stream of consciousness, di William Faulkner per esprimere l’assurdità dell’esistenza umana.
Mentre morivo (Adelphi).
William Faulkner, New Albany, 25 settembre 1897 ~ Byhalia, 6 luglio 1962.