30 Aprile 2021

Il silenzio_Don DeLillo

«La semioscurità. È in qualche punto della mente collettiva, – disse Martin, – L’interruzione, la sensazione di aver già vissuto tutto questo.
Un qualche guasto naturale o un’intrusione esterna.
Quell’istinto alla cautela che ereditiamo dai nonni o dai bisnonni
o che ci viene da ancora più lontano.
Gente in balia di una grave minaccia.
È questo ciò che siamo?»

«A quanto pare tutti gli schermi, ovunque, si sono svuotati. Cosa ci resta da vedere, da sentire, da provare?
Esiste un selezionato numero di persone che hanno una sorta di telefono impiantato nel corpo? Questa è una domanda seria, dice il giovane. Si può considerare una sorta di protezione contro il silenzio globale che segna le nostre ore, i nostri minuti e i nostri secondi?
Chi sono queste persone? Come fanno ad accedere alle chiamate sottocutanee? Esiste un prefisso corporeo, una sorta di battito cardiaco parallelo che trasmette un allarme a livello locale?»
Anno 2022. Manhattan – forse tutto il pianeta – improvvisamente si spegne.
Un blackout tecnologico  oscura tutto e tutto si ferma.
Complotti? Attacchi informatici? Aggressioni biologiche? Intrusioni digitali? Una realtà alternativa? La Terza guerra mondiale?
È la fine?
Se così fosse, fine di cosa?
C’è buio, c’è sospensione, c’è vuoto.
Il rumore bianco lascia spazio al silenzio. Un silenzio interrotto da sproloqui e da mutismi ‘antropoidi’ e in cui potrebbe svilupparsi la creatività o potrebbero spegnersi le sinapsi.
Gli occhi viaggiano, nell’oblio, e fissano uno schermo, buio.
Simile ad una puntata di ‘Ai confini della realtà’, Il silenzio del grande Don DeLillo, non è un racconto misoneistico.
Essendo il finale generosamente e quasi giocosamente aperto, diverse sono le chiavi di lettura.
Forse, si preconizza un’ipotesi, una possibilità vicina all’obsolescenza programmata materiale che potrebbe trascinare con sé anche quella – non programmata – umana…

«Il mondo è tutto, l’individuo niente. L’abbiamo capito tutti, questo?»

Il silenzio (Einaudi)
Don DeLillo

New York, 20 settembre 1936 
anche in breve