“Cammini accanto a un’edicola, dai un’occhiata alla prima pagina del New York Times. In quel preciso istante, cosa ti passa per la mente? Perché questa scommessa un po’ folle?
Un giorno, ci sarà la mia foto sulla prima pagina di quel giornale.
Fra quindici anni, lì ci sarò io. Lo giuro.
Ti rendi conto di ciò che stai per fare? Sei già consapevole che, fino alla morte, ripenserai ogni notte a questo giorno?
Il giorno in cui hai tracciato una croce sulla tua esistenza.
Il giorno in cui hai deciso di lasciare tutti coloro che ti amavano.
Il giorno in cui, sperando di vincere tutto, hai dovuto perdere tutto.
Ora o mai più.
Confuso nella folla dei turisti, approfitti di una pausa nel traffico per attraversare l’immenso viale.
Non ti hanno visto. Né Marisa, né Jimmy.
Ora o mai più.
Fra trenta secondi esatti la tua fidanzata si volterà, e tu sarai scomparso.
Per sempre.
Fra trenta secondi esatti, sarai di fronte alla più grande delle sfide.
Diventare un’altra persona.”
Nonostante abbiano titoli (talvolta penalizzati da scelte editoriali) – quali ‘Ti vengo a cercare’, ‘Quando si ama non scende mai la notte’, ‘L’uomo che non credeva di avere più tempo’, ‘La donna che non poteva essere qui’, ‘Chi ama torna sempre indietro’ – che li potrebbero annoverare (rasentandola, in verità) nella letteratura rosa, si avvicinano a sceneggiature cinematografiche che avidamente e pervicacemente si fanno leggere in un soffio di tempo. Thriller-fantasy in cui eros e thanatos, indissolubilmente legati, suggeriscono varchi temporali, sliding doors narrative cadenzate da epigrafi parlanti.
Ti vengo a cercare
Quando si ama non scende mai la notte
L’uomo che non credeva di avere più tempo
La donna che non poteva essere qui
Chi ama torna sempre indietro
(BUR – Rizzoli)
Guillaume Musso, Antibes, 6 giugno 1974.
“Ciò che chiamiamo inizio è spesso la fine.
La fine è il punto da cui partiamo.”
T.S. Eliot